Gli studi dimostrano da anni, in modo inequivocabile, la potenza di una dieta sana, povera di grassi animali e ricca di vegetali per contrastare l’obesità, l’insorgenza di tumori e malattie cardiovascolari. Ma un’alimentazione troppo ricca di cibi processati, grassi e zuccherati influisce anche sulla funzionalità dell’ippocampo, una parte del cervello coinvolta nella memoria e nella modulazione dell’appetito. Succede nei topi ma anche nell’uomo, come dimostra uno studio  pubblicato su Royal Society Open Science.

Lo studio ha interessato un gruppo di 110 studenti tra i 20 e i 23 anni che seguivano una dieta sana che, dopo una settimana di junk food, hanno visto un peggioramento nei test mnemonici. Mentre una parte di loro ha continuato a seguire le sue abitudini alimentari, l’altra ha mangiato in abbondanza cibo da fast food per una settimana. Il gruppo che aveva cambiato le sue abitudini ha ottenuto peggiori prestazioni cognitive nei test basati sulla memoria.

La ragione sta nel fatto che, come aveva già dimostrato uno studio condotto dalla stessa università nel 2017, il cibo spazzatura produce danni all’ippocampo, la regione del cervello coinvolta nei processi legati all’apprendimento e alla memoria. Ma l’area del cervello responsabile della memoria, l’ippocampo, è la stessa da cui dipende il controllo dell’appetito perché, quando siamo sazi, blocca i ricordi positivi legati al cibo, rendendolo meno attraente e inducendoci, così, a mangiare di meno.

Se questa regione va in tilt per colpa del cibo spazzatura, la conseguenza è che non fa il suo dovere ed i ricordi legati alle vecchie esperienze culinarie ci assalgono, facendoci  torna la fame anche quando siamo sazi. La cosa che più preoccupa è che il problema potrebbe essere più psicologico che chimico come afferma un professore di psicologia: “Dopo una settimana di dieta occidentale, cibi appetibili come snack e cioccolato diventano più desiderabili anche quando si è sazi. Questo rende più difficile resistere, portandoti a mangiare di più, il che a sua volta genera più danni all’ippocampo e un circolo vizioso di eccesso di cibo”.

Un circolo vizioso pericoloso per la nostra salute.  Per fortuna, l’effetto è reversibile: dopo tre settimane il gruppo dei volontari ritornando ad a una dieta normale, ha visto rientrare i valori di memoria e appetito dei volontari nella norma. Segno che l’influenza negativa del junk food sull’ippocampo può essere e deve essere contrastata.

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