Trovare il modo per bruciare calorie e restare in forma è uno degli obiettivi se fai sport, ma ti sei mai chiesto che differenza fa per il tuo corpo scegliere un orario piuttosto che un altro? Al quesito hanno provato a rispondere diversi studi. Una ricerca dell’Università di Copenaghen, in Danimarca, pubblicata su Cell Metabolism, ha confermato la tesi secondo cui il nostro orologio circadiano (che è di 24 ore e regola molti processi fisiologici tra cui il sonno e la fame ma anche altri aspetti della nostra vita) ha un grande impatto sull’efficacia dell’attività sportiva modificando la risposta dell’organismo in funzione del momento della giornata in cui è praticata. Per arrivare a confermare questa tesi, i ricercatori hanno osservato la risposta dell’organismo di un gruppo di topolini, facendoli allenare come se fossero degli esseri umani.la tesi di partenza avrebbe avuto la sua dimostrazione: pare infatti che esistano delle differenze nella relazione rendimento-risposta fisica-attività sportiva. E la prima considerazione dei ricercatori è stata determinare che il momento in cui si fa sport conta: fare attività fisica al mattino sembrerebbe allenare anche i geni delle cellule muscolari a metabolizzare meglio zuccheri e grassi, mentre l’esercizio serale aumenterebbe il dispendio energetico mantenendone l’efficacia della risposta sportiva più a lungo nel tempo.

Il secondo studio invece arriva dai ricercatori della California, San Diego e Arizona State University, pubblicato su The Journal of PhysiologyCome sappiamo, molti fattori influiscono il nostro orologio circadiano tra cui la luce e la temperatura dell’ambiente ma anche l’esercizio fisico, a seconda dell’ora del giorno o della sera in cui viene praticato. Questo significa che l’attività fisica potrebbe essere d’aiuto per contrastare gli effetti del jet lag, dei lavori con turni o di altri cambiamenti dell’orologio biologico interno (per esempio, nel caso delle attività militari) aiutando le persone ad adeguarsi più facilmente ai nuovi orari.

I ricercatori hanno esaminato 101 partecipanti per un massimo di cinque giorni. Il ‘tempo di base’ dell’orologio corporeo è stato determinato da campioni di urina dei partecipanti, raccolti ogni 90 minuti in modo da misurare i picchi della melatonina. I partecipanti si sono esercitati in una delle otto diverse ore del giorno o della notte, ma ogni individuo si è esercitato alla stessa ora per tutti i giorni. I ritmi circadiani di ciascuno sono stati poi rivalutati dopo la terza sessione di allenamento.
Dunque, esiste un’ora migliore per fare attività fisica? Chi va in palestra alle 7 del mattino o tra le 13 e le 16 del pomeriggio sposta il proprio orologio biologico a qualche ora prima, mentre chi si allena tra le 19 e le 22 al contrario ritarda lo spostamento delle lancette. L’allenamento tra l’1 e le 4 del mattino o alle 10 è invece non ha nessun effetto sul ritmo circadiano.
Allenarsi prima di andare al lavoro o nella pausa pranzo è quindi l’ideale perché in questo modo lo spostamento del nostro orologio biologico interno non ha un impatto sul sonno e abbiamo tutta la giornata per recuperare il ritmo giusto. Al mattino il corpo è inoltre riposato e pieno di energie e dopo l’allenamento la giornata scorre con più concentrazione e buonumore. Andando in palestra dopo il lavoro e dopo le 18 invece si potrebbero avere dei problemi di insonnia perché l’attività fisica stimola la produzione di adrenalina che induce eccitazione. Se proprio i nostri impegni non ci consentono un allenamento mattutino va bene comunque quello serale ma avendo l’accortezza di gestire bene anche i pasti che dovrebbero essere conclusi sempre tre ore prima dell’allenamento perché se l’apparato gastrointestinale è impegnato nella digestione, l’apparato muscolo-scheletrico è meno efficiente. Per quanto possibile cerchiamo di seguire la scienza della cronobiologia che ci insegna quali sono i momenti giusti per ogni attività. Ogni funzione del nostro corpo segue un suo ciclo di vitalità e riposo. Inserirsi in questo processo significa rispettare l’equilibrio, sfruttandone in pieno le potenzialità.

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