Che la vita sedentaria non faccia bene lo sappiamo e ci viene ripetuto di continuo. Oltre che causare diversi disturbi fisici, come problemi alla postura, ansia, rischio di diabete e malattie cardiache, determina a quanto pare anche blackout nella memoria.

Dopo numerosi studi, che dimostrano come svolgere attività fisica è utile per mantenere la memoria, un gruppo di neuroscienziati si è concentrato su una ricerca per scoprire se fosse vero anche il contrario, e cioè se uno stile di vita sedentario compromettesse la memoria.

I ricercatori dell’Università della California di Los Angeles hanno esaminato il cervello di 35 persone, di età compresa tra 45 e 75 anni, i quali conducono uno stile di vita piuttosto inattivo dal punto di vista fisico, per lavoro o per pigrizia.

I partecipanti sono stati sottoposti a una risonanza magnetica che ha fornito i dettagli del lobo temporale mediale, la regione del cervello coinvolta nella formazione di nuove memorie.

Dai risultati è emerso che coloro che passavano più tempo seduti (da tre a 15 ore al giorno) avevano i lobi temporali mediali più sottili. In generale, questi lobi diminuiscono naturalmente con il progredire dell’età. I test hanno invece rilevato che dopo 15 ore che si trascorre seduti, ogni ora in più passata senza alzarsi, diminuisce del 2 per cento il volume del lobo. Per i ricercatori, ciò succede perché una componente chiave del movimento è l’ossigenazione nel cervello: una passeggiata o qualsiasi attività fisica ci induce a respirare più profondamente. Più ossigeno nell’organismo favorisce la crescita di nuove cellule cerebrali, uno dei processi coinvolti appunto nella memoria.

La cattiva notizia è che l’attività fisica non è sufficiente nel compensare gli effetti dannosi dello stare seduti per periodi prolungati. L’assottigliamento del lobo temporale mediale è un precursore del declino cognitivo e della demenza. Ridurre il comportamento sedentario potrebbe essere quindi per i ricercatori un possibile obiettivo per migliorare la salute del cervello nelle persone a rischio di Alzheimer.

Cosa fare allora per contrastare questa cattiva abitudine? Un’idea ad esempio è salire le scale tre volte al giorno potrebbe migliorare la salute. Lo rivela una ricerca pubblicata su Applied Physiology, Nutrition and Metabolism, secondo cui salire le scale fa bene soprattutto alle persone che hanno uno stile di vita sedentario o che hanno poco tempo da dedicare all’attività fisica. Dopo aver osservato per sei settimane un gruppo di adulti sedentari, i ricercatori hanno scoperto che la forma e la forza fisica dei soggetti che avevano salito le scale tre volte al giorno era migliorata rispetto a quella degli altri partecipanti. In conclusione cosa bisogna fare per contrastare gli effetti negativi della sedentarietà? Dare ossigeno al cervello con l’attività fisica!

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