La primavera è sempre più vicina ed è il momento perfetto per stare all’aria aperta per tornare a respirare aria di un po’ di normalità. Nonostante ciò ci dimentichiamo di quanto tempo trascorriamo comunque negli ambienti chiusi.

Dai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità risulta che 9 persone su 10 respirano aria che supera i limiti delle linee guida dell’OMS e che quindi contengono alti livelli di inquinanti.

L’aria negli ambienti chiusi (case, uffici, scuole, ospedali) – è più inquinata dell’aria outdoor. Non solo: mentre l’aria esterna è soggetta a legislazione volta a ridurre l’esposizione agli agenti inquinanti, la qualità dell’aria all’interno degli edifici (pubblici e privati) non è regolata da alcun riferimento normativo.

Secondo i dati dell’OMS sulla qualità dell’aria in casa, nel mondo ci sono 3,8 milioni di persone che ogni anno muoiono per malattie attribuibili all’inquinamento domestico, causato in particolare dall’uso malsano di combustibili solidi e kerosene per cucinare, provocando malattie cardiache, polmonari e cancro ai polmoni.

Il nostro stile di vita, considerando anche i problemi derivati dalla pandemia, fa sì che trascorriamo sempre più tempo in casa e il 90% circa delle nostre attività quotidiane, come dormire, cucinare, pulire, lavorare, si svolge in ambienti chiusi.

Negli anni l’Ispra, insieme all’Istituto Superiore di Sanità (Iss), si è impegnato a informare il pubblico e gli addetti ai lavori sull’inquinamento dell’aria indoor fornendo indicazioni da seguire per una consapevolezza profonda dei rischi che si corrono se non si respira un’aria sana.

Ad esempio i tanto utilizzati profumatori di ambiente come sorgente di inquinanti indoor. Alcune rilevazioni di ricercatori di fisica ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore hanno evidenziato come l’azionamento di uno spray profumante per l’ambiente innalzi la concentrazione di PM10 nella stanza fino a 1000 µg/m3, quando il limite normativo per il PM10 nell’aria outdoor è di 50 µg/m3.

Non è raro quindi che sintomi come mal di testa, tosse e  irritazione degli occhi compaiano mentre siamo nei nostri uffici o case. Per sensibilizzare la popolazione su un tema così importante, l’Istituto Superiore di Sanità ha istituito un Gruppo di Studio Nazionale, che ha messo a punto un vademecum su quel che possiamo fare per ridurre l’inquinamento indoor. I sistemi di ventilazione ricoprono un ruolo fondamentale, ancora di più dopo l’esplosione del coronavirus e l’attenzione che si è iniziata a dedicare alla sanificazione degli ambienti interni. Il risultato è un ambiente più sano e più ospitale, privo di quegli allergeni che, nelle persone predisposte, possono causare allergie, riniti o asma.

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