Uno dei tanti problemi che il COVID-19 ha evidenziato in tutto questo tempo è l’inquinamento indoor a cui spesso siamo sottoposti. Un problema spesso sottovalutato, su cui ora è necessario intervenire per la tutela dei cittadini e dei lavoratori. Ora più che mai è infatti necessario un approccio integrato alla problematica della qualità dell’aria.

Per contrastare la diffusione dell’epidemia, è certo che bisogna garantire la qualità dell’aria indoor per la tutela anche dei più piccoli, che in questi giorni di rientro nelle scuole dalle vacanze di Natale si ritrovano a dover fare i conti con il picco dei contagi.

Per istituti scolastici e amministrazioni locali questo è il momento che può diventare la leva di un cambiamento importante, cogliendo l’occasione per ripensare le scuole anche dal punto di vista della salubrità e della sostenibilità ambientale.

Il problema della scarsa qualità dell’aria degli edifici scolastici era già oggetto di studi prima dell’epidemia Covid-19: il problema dell’esposizione alle polveri ultrafini e agli altri inquinanti aero-dispersi che impatta negativamente sullo sviluppo cognitivo e sul rendimento scolastico degli studenti era ben noto.

Nel progetto di ricerca “Il cambiamento è nell’aria” promosso dalla Libera Università di Bolzano – con la collaborazione di ricercatori e dottorandi dell’Università Iuav di Venezia e delle Università di Trento e Padova, sono stati rilevati valori di concentrazione di CO2 che superano per più dell’80% del tempo la soglia massima suggerita; per quanto riguarda la portata di ventilazione si è attestata sotto la soglia minima per oltre il 95% del tempo di esposizione.

Di recente la Cattedra UNESCO per l’educazione alla salute e lo sviluppo sostenibile e la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) hanno diramato specifiche raccomandazioni per garantire un’adeguata qualità dell’aria nelle classi.

I quindici punti vanno dallo stop al sovraffollamento delle classi all’importanza nel gestire una ottimale ventilazione nelle aule anche con sistemi di areazione forzata, dall’accurata pulizia dei locali all’ideazione di barriere verdi intorno agli edifici scolastici, valutando anche l’opportunità di utilizzare per l’indoor piante in grado di assorbire inquinanti ma soprattutto l’uso di sistemi di purificazione aria capaci di eliminare anche i virus.

Indicazioni preziose sono contenute anche nel documento “Qualità dell’aria indoor negli ambienti scolastici: strategie di monitoraggio degli inquinanti chimici e biologici”, elaborato dal Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor dell’Istituto Superiore di Sanità.

Tra i punti essenziali:

  • scelte corrette per l’efficientamento energetico finalizzato ad ottimizzare il livello di benessere e la qualità dell’aria indoor
  • l’ammodernamento di aule, laboratori e la scelta di materiali didattici e di consumo tenendo conto dei livelli emissivi di sostanze inquinanti dei singoli materiali
  • la necessità di effettuare un regolare ricambio dell’aria

Oggi l’emergenza COVID ci porta a fare determinate considerazioni per uscire dalla pandemia, ma in futuro il problema resterà e dovremo sempre tenerlo presente.

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