Prodotto sin dagli anni ’60, il bisfenolo A (BPA) è una delle sostanze chimiche più prodotte al mondo, con più di 3.5 milioni di tonnellate prodotte annualmente. Il Bpa è utilizzato principalmente come monomero nella produzione di policarbonato e resine epossidiche e come additivo nei prodotti in polivinilcloruro. Le plastiche in policarbonato sono utilizzate nel packaging alimentare e nella produzione di stoviglie e per la produzione di rivestimenti protettivi di barattoli e lattine.

Il Bpa è anche impiegato in una varietà di altre applicazioni: vernici a base di resine epossidiche, stucco per legno, adesivi, rivestimenti per superfici, ritardanti di fiamma, fabbricazione di pneumatici e fluido dei freni, resine e sigillanti dentali, rivestimenti di cd e dvd e inchiostri per stampanti. È inoltre presente in almeno 15 tipologie di prodotti cartacei, tra cui volantini, riviste e giornali, tovaglioli e fazzoletti di carta, carta igienica, banconote, biglietti da visita, buste postali, carte d’imbarco aereo e carta termica, impiegata, ad esempio, nei registratori di cassa. Considerando che il 30% circa della carta termica viene riciclata, il Bpa rappresenta anche un contaminante dei prodotti in carta riciclata.

Questa massiva produzione implica la continua emissione di bisfenolo A, sia durante la sua produzione che durante l’utilizzo dei prodotti che lo contengono. In Europa, le emissioni totali annuali durante la produzione di Bpa sono di 2.1 tonnellate nell’aria, 199 tonnellate nell’acqua e 30 tonnellate nel suolo. Le emissioni derivanti dall’utilizzo di prodotti contenenti Bpa sono stimate all’incirca in 160 kg dalla plastica in policarbonato e meno di 1 kg dalle resine epossidiche dei rivestimenti dei contenitori.  Il Bpa è un potente distruttore endocrino, che è stato implicato in un’ampia varietà di effetti tossici per l’uomo. Esso, ad esempio, altera la capacità riproduttiva sia maschile che femminile, induce cambiamenti comportamentali, modifica il peso e la composizione corporea, modifica l’omeostasi del glucosio con conseguente probabile effetto diabetogeno, provoca alterazioni mammarie e prostatiche correlate allo sviluppo tumorale. Il meccanismo alla base della tossicità del Bpa non è ancora chiaro.

Data la sua tossicità e la diffusa esposizione umana, il bisfenolo A ha ricevuto l’attenzione delle Agenzie regolatorie di tutto il mondo. Nonostante la massiccia produzione, il rilascio ambientale e l’esteso impiego, probabilmente più alto di quello di qualsiasi altro composto chimico sintetizzato dall’uomo, il Bpa non è stato sottoposto ad alcun controllo legislativo di tipo ambientale.

Ma cosa possiamo fare per ridurre l’assunzione di BPA? Ecco alcune azioni utili:

  • cercare prodotti che riportano la dicitura BPA-free in etichetta
  • utilizzare bottiglie di plastica BPA-free o di acciaio inossidabile o di vetro, piatti in carta biodegradabile o ceramica e tante altre soluzioni green
  • se vengono utilizzati contenitori in plastica di policarbonato, controllare sempre il loro stato di usura, perché più la plastica è rovinata più vi è la possibilità che questa trasferisca BPA all’alimento
  • verificare le disposizioni del Comune di appartenenza per smaltire gli scontrini, affinché non entrino nel ciclo del riciclo della carta