Benvenuta alla stagione dai colori caldi ma anche dell’insonnia. Il passaggio dall’estate all’autunno porta con sè infatti stanchezza, nervosismo, cambio dei ritmi del sonno e insonnia. L’accorciarsi delle giornate influisce sui meccanismi che regolano il sonno, inducendo sonnolenza diurna ma difficoltà ad addormentarsi la notte.  La riduzione delle ore di luce si riflette nell’organismo infatti in una minore disponibilità di melatonina, l’ormone che regola i ritmi di sonno e veglia.

Il sonno rappresenta una fondamentale risorsa per il nostro organismo, eppure spesso viene dato per scontato o preso in considerazione solo nel momento in cui manca o è disturbato.

A dimostrazione di ciò, è stata scientificamente provata una maggiore resistenza dell’uomo alla mancanza di cibo, rispetto a quella di sonno. Approfonditi studi hanno, infatti, rilevato l’importanza del giusto riposo, come momento in cui il cervello analizza gli eventi della giornata e seleziona quelli, tra loro, da immagazzinare. Si tratta cioè del periodo di tempo in cui il cervello non elabora più in modo subalterno, ma autonomamente.

Nonostante il fatto che non siano ancora chiari, neanche ai ricercatori del campo, i motivi che rendono l’atto del dormire così essenziale per una buona salute, sono facilmente verificabili le conseguenze della sua mancanza:

  • peggioramento dell’umore
  • astenia
  • diminuzione della memoria
  • disturbi della crescita
  • abbassamento delle difese immunitarie.

La nota rivista medica francese “Lancet”, è giunta ad affermare che la scarsità di sonno provoca precoce invecchiamento, in quanto il riposo insufficiente causa un incremento dei livelli di glucosio (zucchero) nel sangue e cagiona l’innalzamento di un ormone, denominato cortisolo. Tali variazioni sono, in ultima analisi, responsabili dei disturbi tipici della senilità: diminuzione della memoria e della concentrazione.

Uno studio americano ha scoperto che se non si dormono almeno otto ore per notte aumentano le infiammazioni legate a problemi cardiaci, soprattutto nelle donne. In generale, dormire poco e male, acuisce i rischi per il cuore poiché nel sangue aumentano i livelli di proteine infiammatorie, le quali possono provocare infarti, diabete, artrite ed invecchiamento precoce.

Non a caso, si sente spesso dire che il sonno allunga la vita, certo sempre senza esagerare, perché ciò che conta non è la quantità del sonno ma la qualità. L’insonnia, infatti, influenza in modo determinante il sistema ormonale, immunitario e neurovegetativo: un sonno ridotto o disturbato da risvegli, non consente di ripristinare i valori normali di diversi neurotrasmettitori ed ormoni. Dal punto di vista clinico questo si riflette nella difficoltà a ristabilire durante la notte, i livelli di pressione arteriosa o il “riposo” mentale. Diversi studi dimostrano che in caso di insonnia aumenta di 3 volte il rischio di infarto e di 4 volte il rischio che si ripresenti una depressione che era stata ben curata.

 

L’alimentazione può esercitare un notevole giovamento al buon sonno. Alcune sostanze benefiche sono infatti contenute in cibi che normalmente consumiamo. Il triptofano, ad esempio, costituente delle proteine, è presente nella frutta secca, nel riso, nell’orzo, nei piselli e nei fagioli. Il potassio, sale minerale la cui scarsità causa l’insonnia, è contenuto nelle banane, nelle carote, nelle arance, nelle albicocche, nelle prugne e nelle patate. La vitamina B6, che coadiuva l’assimilazione del triptofano e che con esso favorisce la produzione di serotonina (un neurotrasmettitore che regola lo stato dell’umore), è rintracciabile nelle arachidi, nel riso, nell’orzo e nelle patate.

Anche il materasso sul quale dormiamo può costituire un valido alleato per favorire un buon sonno. E’ stato infatti calcolato che con un materasso nuovo si dorme, in media, fino a 50 minuti in più a notte, il sonno è meno frammentato e arriva prima. E’ quindi consigliabile rispettare alcune importanti caratteristiche nell’acquisto del materasso, correlate a fattori anatomici, fisiologici e pratici.

Regolare i ritmi di sonno-veglia in modo naturale cercare di coricarsi e svegliarsi sempre intorno alla stessa ora, non assumere caffeina o teina in eccesso, non cenare troppo tardi né con pasti troppo abbondanti, non praticare sport con esercizio fisico intenso nelle ore serali, non stare troppo a lungo davanti allo schermo del computer prima di andare a letto, evitare di addormentarsi con lo smartphone in mano. semplici pratiche che però hanno effetti positivi sulla qualità del sonno.

 

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